Disturbi gastrointestinali nell’endurance
02/02/2022I disturbi gastrointestinali sono tra i peggiori nemici degli atleti di endurance.
In particolare gli atleti che ne soffrono di più sono i runners, infatti proprio a causa del gesto meccanico della corsa si hanno oscillazioni verticali del tronco e gli organi endoaddominali subiscono continui scuotimenti.
Questo problema è meno evidente negli atleti di altre discipline di endurance come ad esempio il ciclismo, in quanto il gesto meccanico della pedalata è sicuramente meno violento rispetto a quello della corsa a piedi e anche il corpo subisce meno oscillazioni.
Tuttavia, anche tra i ciclisti sono possibili disturbi gastrointestinali, ma in particolare quelli dovuti alla diarrea osmotica. Nelle gare solitamente, sono presenti i ristori in punti strategici del percorso in cui gli atleti vengono riforniti di cibi e bevande.
Molto spesso in questi ristori, vengono proposte bevande idrosaline sciolte in acqua ma non sempre preparate nella giusta maniera. Infatti, l’assunzione di soluzioni idrosaline troppo concentrate di zuccheri, in particolar modo fruttosio, richiama acqua a livello intestinale con conseguente aumento dell’osmolarità ed insorgenza di diarrea che può essere motivo di ritiro dell’atleta dalla competizione sportiva.
Durante l’esercizio fisico, si assiste ad una ridistribuzione del flusso ematico dall’apparato gastro-intestinale verso i muscoli e la cute.
Durante l’esecuzione di un esercizio massimale, il flusso ematico a livello intestinale può ridursi fino all’80% rispetto alle condizioni di riposo. Le alte temperature, causando un maggior sequestro di sangue verso la cute (per la termoregolazione), riducono ulteriormente il flusso ematico agli organi endoaddominali. Anche questi effetti può essere causa di problemi gastrointestinali nell’atleta di endurance. Infine, un altro fattore di rischio è sicuramente una dieta non adeguata al tipo di attività fisica o intensità che l’atleta andrà ad affrontare.
Sembra che nelle discipline come nuoto e ciclismo, in cui il corpo rimane in posizione più statica, la frequenza di questi disturbi (a parità di intensità e di ciò che si è assunto prima o durante la gara), è inferiore a quella che si registra nella corsa.
Alimenti e bevande dovrebbero avere una temperatura adeguata, né troppo caldi, né troppo freddi e occorre prestare attenzione alla densità energetica (kcal/g) e osmolarità delle bevande somministrate, specialmente se la concentrazione degli zuccheri presenti supera le capacità di saturazione dei trasportatori.
L’utilizzo del fruttosio deve essere ragionato: se combinato ad altri carboidrati che non condividono lo stesso trasportatore può migliorare l’efficienza di assorbimento e ossidazione dei carboidrati durante l’esercizio, ma se viene superata la dose massima assorbibile, determinerà problematiche gastrointestinali, come crampi e diarrea.
L’esercizo fisico ha un effetto benefico sull’intestino, aumentando la diversità dei batteri intestinali e viceversa un attività fisica troppo intensa e di lunga durata può alterarre il microbiota intestinale e danneggiare la barriera intestinale
Sebbene non siano moltissimi gli studi condotti su atleti e non ci sia ancora uniformità nei risultati, a causa della disomogeneità dei protocolli utilizzati (ceppi probiotici, durata della somministrazione, dosaggi, ecc), esiste un razionale d’uso basato sui diversi meccanismi d’azione dei probiotici. Questi ultimi possono contrastare una serie di effetti correlati all’attività sportiva o ad elementi che possono entrare in gioco nella routine di un atleta, illustrati di seguito.
Gli atleti che svolgono attività fisica di elevata intensità (>75% VO2max), soprattutto se di lunga durata (>1,5h), sono soggetti a una compromissione dell’integrità dell’epitelio intestinale legata alla redistribuzione della circolazione verso l’apparato muscolo scheletrico con ipoperfusione splancnica e ipertermia.
Attualmente le specie più studiate in campo sportivo sono L. casei, L.fermentum, L.acidophilus, L.rhamnosus, ma si dovrebbe porre maggiore attenzione anche alla scelta del ceppo per rendere maggiormente confrontabili i dati e trarre conclusioni più univoche.
I probiotici si trovano naturalmente nei prodotti caseari fermentati come lo yogurt e i formaggi stagionati. Oggi puoi trovare un gran numero di alimenti che sono stati fortificati con i probiotici. La maggior parte però non avranno studio circa la loro efficacia. Inoltre, alcuni conservanti e alcune tecniche di lavorazione come il congelamento e la cottura possono uccidere delicate colture batteriche.
Non aspettare il weekend della gara per assumere probiotici: solo assumendoli regolarmente potrai constatare quanta differenza facciano.